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Origini e storia del paracadute
  • 17 Marzo 2020
  • Riccardo
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Outdoor activities

Origini e storia del paracadute

Il paracadute è un'attrezzatura costituita da stoffe o materiali sintetici, che assicurata mediante specifiche cinghie e imbragature ad una persona (in determinati casi anche ad un oggetto), ne permette la caduta libera controllata, in modo sicuro e senza danni anche se proveniente da grandi altezze.

In termini squisitamente tecnici, il paracadute è un "deceleratore aerodinamico in grado di imprimere a un corpo sottoposto a caduta libera nell'atmostera alla velocità di regime, una forza contraria allìattrazione gravitazionale, rallentandone la discesa verso il suolo attraverso una resistenza aerodinamica nel fluido aeriforme atmosferico".

La prima descrizione di uno strumento con lo scopo di attutire le cadute e che somigli a un paracadute moderno è di fine XV° Secolo. Il disegno, una sorta di bozza di progetto conservato presso la British Library di Londra, è di un autore italiano anonimo e mostra un uomo appeso a un piccolo paracadute di forma conica. La data presunta è il 1470.

A qualche anno dopo, presumibilmente il 1485, si fa risalire il celebre disegno di Leonardo da Vinci conservato nel Codice Atlantico, che mostra un paracadute a forma di piramide realizzato con tessuto di lino inamidato per aumentarne la rigidità. Probabilmente, come tante altre invenzioni di Leonardo, non venne mai realizzato dal suo autore o quantomeno non se ne trova traccia nelle cronache dell'epoca.

Per i primi tentativi sperimentali di utilizzo di un paracadute dobbiamo attendere tre secoli, con il francese Louis-Sebastién Lenormand che nel dicembre 1783 si lanciò con un paracadute dall'osservatorio di Montpellier. Fra la folla di spettatori era presente anche un certo signor Montgolfier... Qualche anno dopo fu un suo connazionale, André-Jacques Garnerin, a concepire per primo un paracadute di seta, senza intelaiatura di legno ed adatto al lancio da un oggetto in volo. Garnerin si lanciò infatti nel 1797 da una mongolfiera ad una quota di circa 900 metri. A lui si attribuisce pertanto l'invenzione del paracadute a calotta emisferica.

Nei primi anni del XX° Secolo Gleb Kotelnikov, un militare russo, inventò un paracadute a zaino, che poteva essere aperto sia a mano che con una fune vincolata e lo brevettò nel 1912 in Francia.

Nello stesso anno monsieur Franz Reichelt, noto come il "sarto volante", si lanciò dalla Torre Eiffel con un vestito di sua invenzione che avrebbe dovuto rallentarne la caduta. Nonostante il parere delle molte persone che sconsigliavano di cimentarsi in una simile impresa, non volle sentire ragioni e purtroppo morì schiantandosi a terra.

Sempre nel 1912 avvenne il primo lancio da un aereo in volo ad opera di un capitano della U.S. Army, A. Berry, che si lanciò presso Saint Louis negli USA.

Origini e storia del paracadute

Dopo il grande Leonardo da Vinci, non poteva mancare un altro contributo del Bel Paese. Il tenente colonnello Prospero Ferri ideò il paracadute Salvator nel 1926. Sono questi gli anni in cui numerosi studi ed esperienze portano alla realizzazione di paracadute efficaci e sicuri, tanto che durante la Seconda Guerra Mondiale furono utilizzati non solo come sistema di salvataggio, ma anche per il lancio di reparti militari in zona di combattimento.

E' solo dopo le due Grandi Guerre che nasce il paracadutismo sportivo e che la disciplina subisce uno sviluppo significativo, tanto che nel 1963 viene realizzato il primo paracadute ad ala Parafoil ad opera dello statunitense Domina Jalbert. Applicando e migliorando le teorie di Francis Rogallo, realizzò quello che verrà giudicato poi come particolarmente adatto all'attività sportiva.

Generalmente un paracadute si compone di una superficie frenante (vela) che viene collegata tramite numerose funicelle. Queste ultime vengono a loro volta riunite in bretelle ad una imbragatura atta ad assicurare la persona o l'oggetto trasportato. Il paracadute è completato poi dalla sacca di contenimento, dal sistema di apertura e dalla presenza eventuale di sistemi di sicurezza.

Il materiale solitamente utilizzato per la costruzione del paracadute e dei suoi componenti è il poliammide. Dalle origini al dopoguerra le vele erano realizzate generalmente in seta, mentre per le sacche e le imbragature veniva utilizzato il cotone. Il paracadute è anche dotato di un sistema di sicurezza chiamato "one shot", che consente di sganciare velocemente le bretelle ed evitare di essere trascinati dal paracadute dopo l'atterraggio in caso di forte vento. Lo stesso vale quando si atterra in acqua, ci si può sganciare prima dell'impatto per evitare che la vela possa trascinare a fondo il paracadutista una volta bagnata.

I paracadute differiscono principalmente in base alla destinazione d'uso, alla forma della vela ed in base al sistema di apertura di cui sono dotati.

Origini e storia del paracadute

La velatura permette di distinguerne tre tipi:

- A calotta emisferica
E' di tipo "frenante" e dispone di una manovrabilità nulla o fortemente ridotta. Il suo impiego è ristretto all'ambito militare per i lanci da bassa quota o al lancio di materiali. 

- A calotta rientrante
E' una variante di quello sopra descritto, concettualmente simile ma se ne differenzia per una fune centrale che fa rientrare il vertice della calotta verso il basso. In questo modo l'aria che passa dal foro in cima genera molta portanza e permette di realizzare calotte molto più piccole a parità di potere frenante. Grazie alle loro dimensioni ridotte sono particolarmente usati come paracadute di emergenza nel volo in parapendio, deltaplano e volo libero in generale.

- A profilo alare
E' di tipo "planante", permette una notevole manovrabilità che lo ha fatto preferire nell'impiego ludico o sportivo rispetto ai due precedenti.

In base al sistema di apertura troviamo:

- Apertura automatica 
Consiste in un nastro di cotone e nylon antibruciatura lungo circa 4 m, detto fune di vincolo e collegato ad una estremità all'apice della vela tramite un aggancio con nastro a rottura programmata e all'altra ad un moschettone da assicurare al vettore dal quale viene effettuato il lancio del paracadutista o del materiale. Al momento del lancio la fune di vincolo estrae il paracadute dalla sacca e se ne separa quando questo viene completamente estratto, rimanendo agganciata al vettore, mentre il flusso dell'aria fa aprire il paracadute.

- Apertura manuale
Ve ne sono di 2 tipi.
A maniglia, in cui la sacca contenente il paracadute è tenuta chiusa da un fermo collegato tramite un cavetto ad una maniglia, che quando viene tirata fa sì che la sacca si apra e ne esca un pilotino che una volta inseritosi nel flusso d'aria estrae la vela del paracadute.
L'altra variante è mediante estrattore Hand Deploy in cui, come per il paracadute ad apertura automatica, all'apice della vela è assicurato un paracadute più piccolo che viene accuratamente ripiegato e riposto all'esterno della sacca. Questo viene estratto manualmente ed esposto al flusso d'aria nel momento in cui si deve aprire il paracadute e, grazie al flusso d'aria che lo investe, il nastro va in trazione e libera una spina che consente l'apertura della sacca dorsale ed estrae completamente la sacchetta contenente la vela permettendone poi l'apertura.