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SAGRANTINO: UN VINO CHE VIENE DALLA STORIA
  • 13 Settembre 2018
  • Paola
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Food & wine

SAGRANTINO: UN VINO CHE VIENE DALLA STORIA

Dai Greci, attraverso gli Etruschi, sino ai vini Romani prodotti da quella pregiata e mitica uva Itriola di cui parla Plinio il Vecchio nel suo Naturalis Historia, il territorio di Montefalco in Umbria trae i propri natali vitivinicoli dalle origini della storia della penisola italica.

LA STORIA DEL SAGRANTINO DI MONTEFALCO
Eppure, da tradizione, pare solo che molti anni più tardi, attorno alla metà del 1400, furono alcuni frati francescani a riportare dall'Asia Minore il vitigno che poi fu quello del vino Sagrantino, sostituendolo alle colture locali - probabilmente di base Sangiovese. 
La stessa etimologia del nome ricondurrebbe alla funzione sacrale del vino coltivalo dai frati (anche) a questo scopo.


1549: IL PRIMO ORDINE DI MOSTO DI SAGRANTINO - Anche se già dal XIV secolo si trovano dei documenti che disciplinavano e tutelavano le viti di Montefalco, è solo del XVI secolo il primo documento che menziona in un ordine di mosto di uva sagrantina a Montefalco da parte di Guglielmo, mercante di Trevi, e in un successivo contratto di mezzadria si fa riferimento a "quattro pergole di Sagrantino" esistenti nei terreni ceduti.

Sempre di quegli anni è una particolare disposizione del Comune che stabiliva la data ufficiale di inizio vendemmia a settembre: ricorrenza che vale sino ai nostri giorni che, grazie alla Confraternita del Sagrantino, viene rievocata ogni anno con un evento che raduna locali e turisti.

1622: LA SACRALITÀ DEL SAGRANTINO - È del XVII secolo un'ordinanza del Cardinale Boncompagni, legato di Perugia, che sanzionava sino alla forca chi fosse stato colto nell'atto di tagliare una vite di Sagrantino

1972: IL SAGRANTINO SECCO - All'inizio del secolo passato, Montefalco viene definita eccellenza vinicola dell'Umbria ed è da pochi anni dopo che inizierà la produzione del Sagrantino secco a discapito del tradizionale passito.

1979: DOC - È il 30 ottobre 1979 quando il Sagrantino ottiene il riconoscimento della DOC e il 5 novembre 1992 quello della DOCG.

SAGRANTINO: UN VINO CHE VIENE DALLA STORIA

IL SAGRANTINO DI MONTEFALCO
Il Sagrantino di Montefalco vino DOCG passito o secco, viene prodotto dall'omonimo vitigno autoctono, oltre che a Montefalco, nei comuni umbri di Bevagna, Gualdo Cattaneo, Giano dell'Umbria e Castel Ritaldi per un totale di soli 660 ettari.

MONTEFALCO SAGRANTINO DOCG - È un vino di grande struttura ottenuto esclusivamente da uva Sagrantino. Grazie al ricchissimo corredo di polifenoli e di tannini, questo vino ha un'incredibile longevità. È disposto un invecchiamento obbligatorio di almeno 33 mesi, con almeno 12 mesi in botti di rovere a cui va seguito un affinamento in bottiglia di almeno 4 mesi.

Può venir servito con carni alla griglia, salse brune e cacciagione. Temperatura di servizio: 18° C.

MONTEFALCO SAGRANTINO PASSITO DOCG - Dall'omonimo vitigno si ottiene anche il passito. I grappoli vengono scelti accuratamente e messi a passire su graticci per almeno 2 mesi. Quindi si vinifica fermentando il mosto con le bucce. In questo modo si ottiene un vino passito particolare perché, pur essendo dolce, rimane asciutto per via del suo valore tannico.

È un vino da meditazione, si accompagna a formaggi stagionati o dolci secchi con cioccolato fondente e frutta secca. Temperatura di servizio: 12° C.

SAGRANTINO: UN VINO CHE VIENE DALLA STORIA

IL TERRITORIO DI MONTEFALCO E LA VIA DEL SAGRANTINO
Adagiata su un'altura che domina le valli del Clitunno, del Topino e del Tevere, Montefalco è riconosciuto come uno dei Borghi più belli d'Italia e dell'Umbria. Non per caso nel 1452 Benozzo Gozzoli la ritrasse nel famoso affresco nella Basilica di San Francesco ad Assisi dedicato alla Predica agli Uccelli.

STORIA DI MONTEFALCO - Già in età romana i suoi luoghi salubri e in altura la resero appetibile sede di villeggiatura da parte di facoltose gens romane, tra cui quella di Marco Curione che pare abbia dato il primo nome alla cittadina che sino al 1200 si chiamava Coccorone. Nulla si sa della sua storia sino al XIII sec. quando Federico II devastò l'insediamento fortificato rinaque con il nome odierno di Montefalco.

Poi le vicende alterne tra Papato e la Ghibellina Foligno da libero comune la portarono a sottostare al potere dello Stato della Chiesa tant'è che nel XIV secolo l'Albornoz iniziò a Montefalco la sua opera di ricostruzione dello Stato Pontificio.

MONTEFALCO DA VEDERE - La città è considerata uno dei punti focali della pittura umbra e ne sono espressioni massime la Chiesa di San Francesco (XIV sec. - oggi Museo con le sezioni dedicate alla ex chiesa, con le opere di Benozzo Gozzoli, il Perugino e altri affreschi di scuola umbra; la pinacoteca con dipinti di Francesco Melanzio, Antoniazzo Romano; la cripta con reperti archeologici e opere di vario genere).

Inoltre la Chiesa di Sant'Agostino (XIII sec.),la Chiesa di Santa Maria de Platea (XIII sec.), la romanica Chiesa di San Bartolomeo, con la vicina porta di Federico II del 1244, e la Chiesa di Santa Chiara con dipinti di scuola umbra del Trecento.

Le residenze signorili quali il Palazzo Pambuffetti (XIV sec.), Palazzo Tempestivi (XVI sec.), il Palazzo Langeli attribuito a Vignola e il Palazzo Comunale (XIII sec.) con loggione e torre campanaria, Palazzo Senili e Palazzo de Cuppis, del XVI secolo.

Un territorio unico da vivere, un Comune da visitare e da gustare, magari insieme a noi con i nostri itinerari gourmet, lungo la Via del Sagrantino vino che è diventato simbolo dell'eccellenza dell'enogastronomia dell'Umbria.

SAGRANTINO: UN VINO CHE VIENE DALLA STORIA