Cookie Consent by Free Privacy Policy website Il Santuario dell'Eremo delle Carceri | Dreavel
Il Santuario dell'Eremo delle Carceri
  • 03 Novembre 2025
  • Riccardo
  • 21
Monumenti e paesaggi da vedere

Il Santuario dell'Eremo delle Carceri

L'Eremo è un antico luogo francescano sul monte Subasio a 4 km da Assisi, situato a 800 mt di altezza, nel cuore di un bosco di lecci secolari. Si tratta di uno dei santuari francescani custoditi dai Frati Minori della Provincia Serafica di San Francesco d'Assisi.

La parola Carcere non vuol dire "prigione", deriva dal latino "carcer", che significa luogo appartato, solitario, quindi adatto alla vita di preghiera. Qui venivano Francesco, i suoi compagni e, dopo di loro, i frati per periodi limitati di preghiera.

Il luogo consisteva in un grande blocco roccioso, con grotte usate come celle per i singoli frati e un piccolo Oratorio centrale e visibile dove i fratelli confluivano per la preghiera comune, la Celebrazione Eucaristica.

Verso la metà del XIV secolo, i frati hanno cominciato ad abitarvi stabilmente in poverissime dimore. All'inizio del 1400 poi, per impulso di san Bernardino da Siena, viene costruita la piccola Chiesa, il Coro, il Refettorio e il Dormitorio con piccole celle per i frati addossate alla roccia.

Le altre costruzioni sono state eseguite nei secoli successivi, secondo le necessità del momento. Numerosi frati, riconosciuti per la loro santità di vita, sono qui vissuti lungo i secoli, tra i quali il Beato Antonio da Stroncone, il Beato Francesco da Pavia e San Giacomo della Marca.

Il Piccolo Chiostro

L'Eremo, in questa piega della roccia, svela in maniera eccezionale la creazione, la natura, le opere di Dio quale rivelazione del suo amore. Francesco si riempiva di gioia contemplando la natura, tuffando gli occhi nel verde e tenendo la mente assorta in Dio. Qui e nella dolcissima campagna umbra contemplava le meraviglie del Signore e amava parlare gioioso alle allodole e a tutti gli animali.

Da questa terrazza lo sguardo spazia per la selva incredibilmente verde alla ricerca delle grotte dei primi discepoli del Santo e di tutti quegli uomini che sono saliti quassù, fra una solitudine piena di Dio e allo stesso tempo ricca di tanto silenzio.

Centinaia di frati, lungo gli otto secoli di storia francescana, hanno sostato in questo luogo per attingere energia, grazia e luce per una immensa impresa: trasformare il mondo con il lievito rivoluzionario del Vangelo e della povertà, per essere donatori generosi di ricchezze spirituali a tutti. 

Nel chiostrino pensile si trova il pozzo di San Francesco. Da qui si accede al conventino, alla chiesa antica e alla cappellina di S. Maria a cui segue la grotta di San Francesco che introduce, attraverso un ponticello, all'altra parte della selva.

Il Conventino

Il Santuario, ancorato alla roccia del monte, è stato ampliato lungo i secoli con la fantasiosa inventiva e creatività dei poveri. Sull'antico Eremo, San Bernardino da Siena (sec. XV) fece costruire un minuscolo convento, un capolavoro di semplicità francescana e di perfetta armonia.

Il conventino emerge tra la macchia di verde intenso della selva e il profumo delle piante, con un'architettura splendida nella sua lineare e sobria semplicità, incastonato morbidamente nella natura a servizio dello spirito e della vita. Al conventino si accede attraverso il refettorio scavato nella roccia.

Al di sopra di esso vi è un breve corridoio con le celle dei frati, che si aggrappa al monte e che esprime assai bene – nella nuda ed intatta semplicità – quello spirito di povertà, che attinto alla vita esemplarissima di Francesco ha continuato a fiorire nell'Ordine minoritico.

Cappella di Santa Maria Maddalena

Qui è sepolto fra Barnaba da Terni, ideatore e fondatore nel 1462 del "Monte di Pietà" di Perugia: un'istituzione a sostegno di chi, trovandosi in necessità, poteva ricevere un prestito senza interesse, lasciando un pegno in deposito.

Oratorio di Santa Maria

Dal minuscolo chiostrino pensile ci si ritrova nella chiesa del XIV secolo con campaniletto a ventola, dove l'altare ed un minuscolo coro invitano alla contemplazione. Dalla chiesa si accede all'antico oratorio di S. Maria, testimone della preghiera di Francesco e della prima comunità: è l'Oratorio piccolissimo ove il Santo con i compagni si ritrovava per la preghiera in comune.

Ovunque Francesco potesse ricavare una piccola chiesa per pregare, il Santo lo voleva sullo stile della Porziuncola e sempre dedicata alla «Madre di ogni bontà».
Accanto alla chiesina è un minuscolo coro dei frati per salmodiare leggendo dall'unico breviario e sostenere silenziosamente pensando a Dio e amandolo.

Monogramma di San Bernardino da Siena

È costituito dalle iniziali del Nome di Gesù Salvatore degli Uomini (IHS) inscritte in un disco solare.
"Gesù Luce delle genti" è infatti un tema ricorrente nella predicazione di Bernardino.

Grotta di San Francesco

Quando Francesco giunse qui per la prima volta, c'erano soltanto grotte naturali nel cuore della fitta boscaglia. Esse hanno imposto il loro gusto e lo stile architettonico alle costruzioni, rispettate con venerazione lungo i secoli. Attraverso uno stretto passaggio si scende alla grotta del Santo. 

Francesco aveva davveroposto il suo nido nella roccia. Quasi imprigionato in questo incavo di pietra,  si immergeva sempre più profondamente nella meditazione della passione del suo Signore e mentre le sue mani si aggrappavano alla roccia, si faceva più forte il ricordo della morte di Cristo.

Il leccio, la selva e la valle

Un ponte collega l'Eremo all'altra parte della selva, dove sono ancora visibili le grotte di Frate Leone e di altri compagni del Santo. Qui lo sguardo si ferma sul secolare leccio e sembra di riascoltare le parole del Santo pieno di amore agli uccelli:

«Fratelli miei alati, molto dovete lodare il vostro Creatore ed amarlo sempre perché vi diede le piume per vestirvi e le penne per volare... vi fece nobili fra le altre creature e vi concesse di dimorare nella limpidezza dell'aria... voi non seminate e non mietete, eppure egli stesso vi protegge e vi governa senza alcuna vostra sollecitudine. Ed essi davano segni di esultanza stendendo il collo e allungando le ali... poi li benedisse dando loro licenza di partire.»

La gola di questa montagna non è chiusa, due immensi costoloni si aprono infatti verso la pianura umbra. Sembrano allargarsi come due braccia possenti per abbracciare il mondo, come Francesco ed i suoi che, rinvigoriti nello spirito, scendevano tra i fratelli per annunciare a tutti l'amore, la tenerezza e la misericordia di Dio