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Zafferano dell'Umbria: un viaggio lungo secoli
  • 16 Maggio 2021
  • Miriam
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Food & wine

Zafferano dell'Umbria: un viaggio lungo secoli

Dall'Asia all'Umbria: il lungo viaggio di una pianta dalle proprietà magiche.

La provenienza dello zafferano è certamente dall'Asia Minore, la scoperta delle infinite proprietà e l'uso si perde indietro nei secoli. Già noto ai tempi della cività Micenea tanto da essere raffigurata nel Palazzo di Cnosso, impiegata nell'antico Egitto come documentato dal Papiro di Ebers, citato nella Bibbia e nei Veda indiani.
Gli antichi Greci e Romani chiamarono lo zafferano "pianta di Croco" e ne esaltarono tutte le proprietà: secondo la mitologia il letto di Zeus era fatto di fiori di Croco, Loto e Giacinto.
Il medico Ippocrate lo utilizzava per curare reumatismi, mal di denti e gotta, i Romani lo sperimentarono in cucina e gli arabi lo diffusero in Spagna cambiandone il nome in "safra", giallo il colore assunto dagli stimmi dopo la cottura.

In Italia nel Medioevo le proprietà farmacologiche furono esaltate al massimo, l'uso in cucina si diffuse ovunque e fu largamente usato come pianta tintoria per lana, seta e per la pittura per tutto il Rinascimento.
Fu considerata a tutti gli effetti la regina delle spezie fino alla scoperta dell'America quando si diffusero altre piante.

Zafferano dell'Umbria: un viaggio lungo secoli

Lo zafferano lega la sua storia all'Umbria già nel 13mo come testimoniano documenti dell'epoca.
Lo statuto di Perugia vietava la coltivazione ai foresteri nelle terre di Città della Pieve e Montone dove l'economia era basata sulla produzione e tintura di tessuti.
Risulta diffuso nello Spoletino, nell'Eugubino, nel Folignate, nell'Orvietano e in Valnerina dove vennero documentati scambi di zafferano con gemme preziose.
Un letterato spoletivo vissuto alla corte dei Borgia, Pierfrancesco Giustolo, pubblicò nel 1510 "De Croci Cultu" un poemetto che fornisce molte notizie sulla coltivazione dello zafferano.
Senza apparente spiegazione con il passare degli anni le coltivazioni spariscono, si modificano le antiche abitudini alimentari e, di conseguenza, si modificano le colture. Lo zafferano meno richiesto viene importato dalla Spagna.
Dopo secoli di silenzio alla fine degli anni '70 l'agronomo Alberto Vigano impiantó a Città della Pieve alcuni bulbi di zafferano provenienti dalla Spagna.
Fu amore a prima vista anche per altri coltivatori che iniziarono questa esperienza fino a costituire nel il Consorzio "Il Croco di Pietro Perugino - Zafferano di Città della Pieve", parte dell'Associazione Italiana insieme alle Associazioni di Gubbio e Cascia.

Zafferano dell'Umbria: un viaggio lungo secoli

Lo zafferano è veramente una "gemma preziosa" non solo per l'aspetto e per le proprietà occorrono infatti circa 200 pistilli rossi per fare un grammo di zafferano.
Lo zafferano è a tutti gli effetti una delle eccellenze dell'enogastronomia umbra: una spezia avvolgente e raffinata che impreziosisce i piatti, li arricchisce nel sapore e li rende particolarmente belli!
Tanti i prodotti che possono essere realizzati con lo zafferano dal miele, alle salse, ai liquori.

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